SARDINIA URBEX IN UNA VILLA STORICA
Ci sono edifici che anche osservati in maniera fugace dall’esterno sai che hanno una storia importante da raccontare: la villa Giorgio Carta è uno di questi.
In una assolata domenica pomeriggio guidavo distrattamente a Carbonia in un quartiere che non conoscevo benissimo quando all’improvviso l’ho notata con la coda dell’occhio e come sempre mi capita in questi casi, ho inchiodato ed ho cercato il primo parcheggio più vicino. Mi sono avvicinato ed è stato palese che si trattasse di una villa abbandonata ma a chi apparteneva? Chi ci aveva vissuto?
Questi sono i classici interrogativi che mettono radici nella mia testa ogni volta che mi imbatto in un edificio abbandonato, interrogativi che anche stavolta ero smanioso di risolvere. Questo è ciò che ho scoperto:
La villa venne progettata dall’Architetto Renato Di Tomassi, che insieme all’Architetto Eugenio Montuori collaborò per la realizzazione di tutto l’isolato e tutto ciò avvenne poco dopo l’Inaugurazione di Carbonia, datata 1938.
Tante furono le destinazioni d’uso della villa Giorgio Carta: nell’immediato dopo guerra fu la sede del Comando Anglo-Americano a Carbonia ma non solo, visto che l’edificio fu anche la sede direzionale della USL 17.
Ma soffermiamoci su uno tra i personaggi illustri che hanno abitato la villa, Giorgio Carta: chi era costui?
Come recita Wikipedia “Giorgio Carta è stato l’ideatore di uno dei più grandi poli industriali metallurgici italiani, localizzato nel Sulcis”
Fu dirigente della Società Mineraria Carbonifera Sarda, spesso abbreviata in Carbosarda e tra gli altri incarichi gli viene affidata la direzione della miniera di Cortoghiana e successivamente delle miniere di Seruci e di Nuraxi Figus
Fu ideatore e portatore di grandi intuizioni industriali che segnarono la storia nel Sulcis e della Sardegna e sotto la sua direzione e su suo progetto viene costruita la centrale termoelettrica di Portovesme.
Ma se da una parte abbiamo la bellissima storia di una delle menti sarde più geniali, dall’altra abbiamo il racconto di quello che probabilmente fu il primo caso di femminicidio ai danni di una nostra conterranea.
Torniamo un po’ indietro, qualche mese dopo l’inaugurazione di Carbonia. Siamo nel maggio del 1939 e l’allora 25enne ingegnere Giorgio Carta sposa Alessandra Mangiarotti che all’epoca aveva 16 anni.
Sandra ed il marito Giorgio furono una coppia ben in vista negli anni trascorsi a Carbonia. Lei era una donna bellissima, colta, intelligente e pare desiderata da moltissimi uomini, tanto che si parla di numerose e diverse sue relazioni affettive quando il marito si allontanava da Carbonia per lunghi periodi, legati ad impegni professionali.
I coniugi Carta si separarono consensualmente dopo circa 15 anni e lei si traferì a Roma dove condusse una vita sentimentale irrequieta, frequentando la vita mondana romana, nei night club oppure in stabilimenti termali e balneari di lusso.
E proprio in uno di questi night, il “Rouge et noir” di Roma, conobbe un certo Carmelo Costanzo, un avventuriero e contrabbandiere siciliano più giovane di lei di quasi 10 anni, che s’innamorò follemente di Sandra Carta. Nell’ultimo incontro chiarificatore, avvenuto nell’appartamento di un suo amico trafficante come lui, Costanzo assassinò Sandra Carta, che voleva troncare questa brevissima ed occasionale relazione sentimentale.
Dopo averla uccisa, lui si suicidò con la stessa pistola: una Luger calibro 9, un’arma da guerra detenuta illegalmente.
Negli anni la villa ha avuto diversi proprietari e infine pignorata e finita all’asta ed è proprio in questi anni di limbo che l’edificio diventa, come spesso accade, terra di nessuno e quindi purtroppo vandalizzata.
Ma proprio di recente si è aperto uno spiraglio perché la villa è stata acquistata all’asta dalla famiglia Zanda con un serio obiettivo in testa: progettare il restauro ovviamente in linea con la attuale normativa al fine di tutelare l’edificio stesso e quindi senza “snaturarla” delle sue caratteristiche storiche ed architettoniche.
Proprio grazie alla disponibilità dei fratelli Zanda sono riuscito ad entrare nella villa ed effettuare un reportage fotografico, con la promessa di farvela vedere anche quando sarà ristrutturata.
NOTA:
Le foto in tutti gli articoli sono pubblicate esclusivamente per documentare la bellezza di questi posti e non sono un invito a replicarle. Sardinia Urbex declina la propria responsabilità di fronte ad atti vandalici e sconsiglia l’ingresso.