SARDINIA URBEX NEL MANICOMIO RIZZEDDU
Nella seconda metà dell’Ottocento gli ammalati psichici della Provincia di Sassari erano ricoverati in città presso l’Ospedale civile di Santa Croce o nell’Ospedale civile San Giovanni di Dio di Cagliari, a spese della Provincia che, in base alla legge n. 2248 del 23/03/1865, aveva l’obbligo “di provvedere al mantenimento dei mentecatti poveri”.
La situazione mutò quando, negli anni Novanta dello stesso secolo, il Consiglio provinciale di Sassari deliberò lo stanziamento di fondi per la costruzione di un proprio manicomio, da realizzarsi secondo i dettami della psichiatria moderna. Acquistato un terreno di sette ettari, in località Rizzeddu, lontana dall’abitato, si avviò la realizzazione del complesso sanitario, la cui inaugurazione ufficiale avvenne nel maggio del 1904.
Dal giugno successivo si provvide al trasferimento degli alienati, “cronici tranquilli”, “agitati”, “pericolosi”, “criminali”, provenienti dal nosocomio di Cagliari. A fine anno si raggiunse il numero di 156 ricoverati: 98 uomini e 58 donne. Il nosocomio fu inizialmente amministrato dall’Ospedale civile di Sassari, ma presto passò alla gestione esclusiva della Provincia (r.d. 615 del 16/08/1909) che provvide anche all’ampliamento e alle necessarie modifiche strutturali per ospitare un numero crescente di degenti, che giunsero fino ad un massimo di 1200.
Furono sistemati i locali, la distribuzione dell’acqua e la rete fognaria; fu creata una colonia agricola interna e costruiti due nuovi padiglioni. Nel 1975 a Sassari fu istituito un secondo manicomio, il “Monserrato”, sempre dal nome di una località situata nella medesima area del Rizzeddu.
Dal gennaio 1982 entrambi passarono sotto la gestione dell’Unità sanitaria n. 1 di Sassari e dal 1995 dell’Azienda sanitaria locale n. 1; ma solo con l’emanazione della legge n. 662, che imponeva la chiusura dei manicomi entro il dicembre di quello anno, cessarono l’attività il 30 marzo 1998.
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