MINIERA SAN LEONE HOMEPAGE
9 Marzo 2019

MINIERA SAN LEONE

SARDINIA URBEX INCONTRA SAN LEONE

 

La storia della miniera San Leone comincia in tempi antichissimi. Sin dal periodo romano, infatti, la zona montana di “Cirifoddi“, isola amministrativa del comune di Assemini, destò interesse per i suoi minerali, come risulta dai ritrovamenti archeologici avvenuti nel 1928.

L’approvazione della legge n.3755, del 20 novembre 1859 cominciò a  tutelare i diritti e gli interessi degli scopritori dei giacimenti e questo favorì l’arrivo in Sardegna di capitalisti genovesi, francesi, tedeschi, inglesi e belgi.

Dalla Francia arrivò la compagnia Petin-Gaudet, che aveva già ottenuto le concessioni di Gennamari e di Ingurtosu e si occupò proprio del giacimento di San Leone.

L’uomo simbolo della compagnia francese era l’ingegnere Leon Gouin, noto anche per essere stato un appassionato collezionista di materiale archeologico. Probabilmente a lui si deve la scoperta del giacimento di Cirifoddigiacché la miniera venne intitolata proprio a S. Leone.

La scelta per l’insediamento della miniera di S. Leone era stata determinata da due fattori: l’abbondanza e la qualità del materiale ferroso e la vicinanza del mare, che dava la possibilità di trasportare il minerale, tramite una ferrovia, al pontile della Maddalena, dove era imbarcato su appositi velieri con destinazione Marsiglia e Corsica.

Dal cantiere estrattivo al pontile d’imbarco fu realizzata una ferrovia che, pur essendo a scartamento ridotto, è da considerare la prima strada ferrata entrata in funzione nell’isola. La ferrovia, che aveva una lunghezza totale di 15 chilometri e 400 metri, fu inaugurata il 20 novembre 1862 dal principe Umberto di Savoia, che approfittò dell’occasione per compiere una battuta di caccia nei dintorni. Una lapide murata nelle vecchie case della miniera ricorda la partita venatoria.

Lapide principe Umberto di Savoia

Lapide principe Umberto di Savoia

Negli anni Venti e Trenta San Leone rimase praticamente chiusa: molti cantieri franarono, mentre una parte delle case del villaggio vennero abbandonate. Solo la guerra, atroce paradosso, con la necessità di materie prime nazionali, fece “risorgere” la miniera. La Società Ernesto Breda ottenne nel 1941 la nuova concessione.

Finita la guerra si dovette fare i conti, ancora una volta, con l’antieconomicità della lavorazione a San Leone e nei primi anni sessanta ci fu la chiusura.

NOTA: Leon Gouin, l’artefice del successo della Petin-Gaudet in Sardegna, visse a Capoterra per alcuni anni nella villa che si era costruito, intorno al 1860, nella ridente località di Baccutinghinu

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